sabato 24 marzo 2012

Filiale amarezza e pari opportunità

Niente, è un periodino di quelli li che quando ci sei in mezzo continui a ripeterti "passerà, passerà, passerà".

Con mia mamma è una guerra psicologica continua.

NON approva che sia tornata a lavorare
NON approva che sia full time
NON approva che, ora che lavoro, vada anche ad allenarmi
NON approva che "il bambino venga sballottato di qua e di la"

E non è che, dopo una serie di litigate cosmiche a febbraio (al termine delle quali si è sempre scusata lei, perchè io non ero in torto), si sia rassegnata alle decisioni di una figlia trentatreenne, madre di famiglia e che ha sostanzialmente contribuito a crescere.
Cioè, nella pratica si è rassegnata, e mi tiene anche Ale due volte la settimana tra l'asilo e la mia uscita dall'ufficio. Però non perde occasione per dimostrarmi velatamente la sua superiore disapprovazione.

Esempio: ieri sera ho commesso l'imperdonabile gesto di andare in palestra, tra l'altro arrivando mezz'ora in ritardo per problemi organizzativi. Quindi sono stata un'oretta in tutto.
Stamattina l'ho chiamata per sapere se voleva venire a fare un giretto con noi, la sua risposta:

"Ma tu in casa non ci stai mai? Cioè tutto piuttosto che stare in casa. Ma non hai da sistemare, pulire..."

Ora, oggi c'è il sole. Il cosetto sta all'asilo tutta la settimana, senza di me. Nelle mie priorità evidentemente deviate preferisco uscire con mio figlio e lasciare la roba da stendere, piuttosto che tenerlo in 50mq mentre io faccio i mestieri di casa. Pulirò quando dorme, o magari no perchè farò altro. Non è che vivo in un letamaio (anche perchè altropapà è un sant'uomo!!!)

Intendiamoci, io sono serena. Il mio lavoro mi piace molto, mi trovo bene, e miracolosamente il full time non mi pesa. Sono molto più serena di un mese fa.

Però... è mia mamma. E io sono insicura fin nelle mutande, che poi è una cosa che mi da fastidio e la combatto oggni minuto di ogni giorno.

E quindi, per riassumere... passerà, spero. Oppure imparerò a non farmi ferire da battutine, commenti e mezze provocazioni. Le voglio troppo bene per rispondere con la stessa moneta, ma devo volerne un po' di più a me stessa, altrimenti alla lunga la situazione rischia di diventare pesantemente logorante.

Intanto vado avanti bella decisa per la mia strada costellata di punti interrogativi che non riesco a fare a meno di crearmi.

Ah, in tutto questo non c'è stato nemmeno un accenno di disapprovazione per il fatto che altropapà, oltre ad aver lavorato sempre anche quando il cosetto era minuscolo (e ci mancherebbe) ha allenato e continua ad allenare. Anzi, c'è dell'entusiasmo, cose tipo "Eh si, fa bene, così si prende un po di tempo per lui".

Sarà che tra noi "altri" le figure di mamma e papà sono uguali e intercambiabili (almeno dal momento in cui Ale ha smesso di essere tetta-dipendente), sarà che ci consideriamo prima e soprattutto genitori con pari diritti e doveri... sarà che ho sposato un uomo unico e irripetibile e me lo tengo stretto, ma tra le altre cose questa aperta discriminazione non mi va giù per niente!

1 commento:

  1. capisco perfettamente..quando esco mia madre mi intima di stare a casa a cucinare o a pulire....ionn dovrei fare più niente, già nn lavoro e mi rompe questa cosa
    per nn parlare poi dell'asilo nido, per due mesi mi diceva che l'avevo abbandonata....
    :*

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